Cucinoterapia

Cucinare, verbo che rimanda al focolare domestico, ad un fuoco acceso, alla pentola dell’acqua che bolle, un bagliore nel buio, un tepore nel freddo.
Processo alchemico, simile a quello con il quale si aveva l’ardire di trasformare il vile metallo in oro: mettendo insieme elementi diversi si ricava un piatto gustoso, una pozione magica. E’ l’antico rito della manipolazione della materia, la sua trasmutazione da un certo livello ad un superiore stato di perfezione. Così che possiamo parlare, ad esempio, della “carbonara perfetta”. Ogni chef, in fondo, è un po’ anche mago Merlino.
Piume di corvo, artigli di gallo e nell’impasto brodo di pollo
Coda di rospo, soffio di vento e nell’aria un gran movimento
Mescola piano, con attenzione
Ribolle piano il pentolone …
Cucinare poi è assonante con curare, accudire, in fondo con amare se stessi e gli altri, con il prendersi cura. Cura di cosa? Forse cura dell’Anima.
Si racconta che Marie Luise Von Franz, allieva prediletta di Carl Gustav Jung e analista anch’essa, all’inizio di una seduta invitò una paziente ad accompagnarla in cucina. Lì mise un pollo nel forno. Al termine della seduta chiese di nuovo alla paziente di accompagnarla in cucina, tirò fuori il pollo dal forno e ne verificò la giusta cottura.
Mi piace pensare che anche questo simpatico episodio fu, in qualche modo, terapeutico. In fondo un volume dell’opera junghiana s’intitola proprio “Simboli della trasformazione”. E il cucinare altro non è che un “trasformare”, così come il percorso analitico è un atto trasformativo. Probabilmente, in quell’occasione, la Von Franz con la sua paziente avranno riflettuto sulle capacità evolutive della psiche, sul cucinare come metafora della vita, sugli “ingredienti” inconsci, sul ruolo del tempo, sull’attesa, sui sensi attivati, vista e olfatto innanzitutto, ma forse anche tatto e gusto.
Cucinare, dunque, un verbo che descrive una trasformazione: le materie prime, non sempre commestibili o gustose da mangiare così come sono, subiscono una preparazione che le trasforma in vivande – cioè in ciò che serve alla vita. Il freddo si trasforma in caldo, il crudo in cotto, il secco in morbido, l’insipido prende sapore, il duro diventa tenero.

Quello che propongo è un breve percorso che parta dal cucinare, in una cucina professionale e sotto la supervisione di uno chef, per migliorare le proprie capacità di cuoco/a, apprendere nuove ricette e, soprattutto, con il mio aiuto, per entrare in contatto con il proprio mondo psichico profondo. Una sorta di “psicoanalisi” in cucina.
Cucinoterapia, dunque.
Alcuni temi che verranno trattati:

  • Bulimia e anoressia, rapporto col materno. Cucinare, atto di indipendenza nei confronti della propria madre
  • Depressione e cucina; ruolo del gusto, perdita del gusto. L’antidoto
  • L’ansia e il rapporto con il cibo
  • Il legame con l’autostima e il senso di efficacia. Apprendere dai propri errori.
  • Cucinare aiuta nel distrarsi e connette alla materia e dunque alla realtà: la manualità e l’importanza del “fare” come forma di igiene psichico
  • Bambini e adolescenti: l’utilizzo del cibo come “clava emotiva”
  • Cibo e pulsione orale. La libido e la sublimazione della libido
  • Tipologie psichiche in cucina: le diverse “personalità” attorno ai fornelli
  • Cucina e emozioni. Cosa passa attraverso il cibo ed il cucinare
  • Genitori e figli, cucinare insieme per superare i problemi di relazione
  • Marito e moglie, cucinare insieme per superare i problemi di relazione
  • Creatività in cucina, creatività nella vita. L’arte di arrangiarsi. Istinto o ricetta?
  • Aggressività, autodistruttività e cibo
  • Convivialità e teambuilding: si lavora insieme nella brigata e si gusta insieme quanto prodotto
  • L’ingrediente segreto
  • Comfort food e soul food (cibo per l’anima, che scald ail cuore)
  • Le quattro fasi: progetto – manipolo – trasformo/creo – assaggio
  • Apparecchiare la tavola
  • Dioniso, il vino, e il superamento del limite
  • Alcune ricette: la rivisitazione dei piatti tradizionale romani. Tra l’ortodossia di Freud e l’etedorossia di Jung

I seminari si terranno il lunedì, dalle 18 alle 22. Ad una breve introduzione teorica seguirà la parte pratica. Al termine la cena con quanto prodotto. Il costo è di euro 80.