C’era una volta un posto, un deserto, con la terra arida ed arsa e pochi alberi spogli.
Lì viveva un bambino con i calzoni corti ed i calzini bianchi, aveva forse otto anni ed era solo, immensamente solo.
A volte gridava, a voce alta, ma nessuno rispondeva.
Ci volle molto, molto tempo, ma alla fine si rassegnò, le lacrime si asciugarono ed il terrore della solitudine si stemperò.
Prese allora a camminare. Camminava sempre e a volte alzava lo sguardo verso il cielo, per trovare un po’ di conforto nell’idea che aveva del buon Dio.
Successe poi che un giorno vide in lontananza del fumo uscire da un comignolo: era una casa. Si avvicinò circospetto e da una finestra sbirciò dentro. C’era una tavola apparecchiata, con quattro scodelle, e c’erano due bambini, pressappoco della sua età.
Loro però non erano soli: due adulti li accudivano, i bimbi li chiamavano Mamma e Papà.
Fu allora che dopo molto tempo, senza comprenderne il motivo, i suoi grandi occhioni scuri si riempirono di nuovo di lacrime. Rimase parecchio tempo a guardare quello spettacolo, tanto che si fece notte e le candele nella casa furono spente.
Era una notte senza luna.
Andò via al buio e al gelo di una notte desertica, e continuò a camminare finché fu stanco.
Con le nude mani allora scavò una buca, una tana, e s’infilò dentro contento di quel poco tepore che le pareti, a contatto col suo corpo, gli restituivano. Dormì raggomitolato su se stesso, sognando un maestoso falco che si librava nel cielo.
Altre volte tornò nei pressi di quella casa, ma la soffernza era tanta e decise allora di andarsene per sempre.
Si rimise in cammino.
Non era più solo però, un grande falco volteggiava sopra la sua testa, sempre più vicino, finché un giorno si posò sulla sua spalla.
Successe poi che le orme dei suoi piedi, sulla sabbia, divennero quelle di quattro zampe.
Il bambino era diventato un lupo, un lupo forte solitario e ramingo, la sofferenza fu più sopportabile.
Si narra ancora di un lupo, grigio di pelo, che segue un falco, su e giù per le dune.
Girovagarono per anni, compagni di tante avventure, finché si fermarono davanti ad un grosso muro. Era il muro della diga. Al di là della diga, un oceano di acqua. No, non era acqua: erano tutte le lacrime del mondo.
Senza conoscerne il motivo, il vecchio lupo cominciò a piangere. Troppo a lungo aveva conservato quelle lacrime, il suo cuore poteva ora di nuovo sciogliersi. Pianse, pianse e pianse ancora, ed un rivolo di lacrime arrivò a bagnare la base del muro.
Fu allora che per effetto di quelle lacrime la diga si sgretolò, e tutto il dolore del mondo fu liberato.
Il vecchio lupo ne fu travolto, finalmente felice di essere libero, una goccia nell’oceano.
Da allora quel posto non fu più deserto, divenne un’immensa oasi verde, nella quale trovò riposo anche un magnifico vecchio falco.